Il recupero crediti condominiali
La presenza di morosità condominiali è un problema ricorrente, che l’amministratore di condominio deve affrontare tempestivamente per poter mantenere attivi tutti i servizi comuni del condominio.
Condomini che non pagano le quote dovute, morosità, difficoltà a mantenere attivi i servizi comuni del condominio: problemi ormai sempre più frequenti per l’amministratore di condominio, che però ha dalla sua parte degli strumenti che gli consentono di effettuare il recupero crediti condominiale.
Ecco tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione per il recupero dei crediti condominiali.
Il recupero crediti nei confronti dei condomini morosi
L’articolo 1129 del Codice Civile, modificato dalla Legge 220/2012, ha introdotto l’obbligo per l’amministratore di condominio di attivare azioni volte al recupero dei crediti condominiali entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio nel quale il credito esigibile è compreso, salvo eventuale dispensa deliberata dall’assemblea di condominio.
Il Codice Civile (art. 63 disp. att. c.c.) dispone inoltre che in caso di mancato pagamento di quanto dovuto per un semestre l’amministratore ha facoltà di sospendere il condomino moroso dalla fruizione dei servizi comuni suscettibili di godimento separato, anche qualora questa ipotesi non sia stata precedentemente prevista dal regolamento condominiale.
Tuttavia, il principale strumento a disposizione dell’amministratore per ottenere il ripianamento dei debiti è il decreto ingiuntivo, che però comporta spesso diversi mesi di attesa prima dell’emanazione del provvedimento giudiziale.
Proprio per evitare lunghe attese e un protrarsi eccessivo dei tempi di pagamento, spesso gli amministratori condominiali si rivolgono a società specializzate nel recupero crediti che, grazie alla loro esperienza e alla conoscenza di procedure, leggi e tecniche, riescono a ottenere un buon successo riscuotendo il credito dovuto.
L’agenzia di recupero crediti infatti può affiancare l’amministratore di condominio attivando tutte le necessarie azioni stragiudiziali e recuperando informazioni utili in merito alla situazione economica e patrimoniale del condomino moroso.
Una attenta valutazione delle reali possibilità economiche del debitore infatti può snellire i processi di recupero delle somme dovute e fornire informazioni utili anche ai fini di una eventuale azione giudiziaria.
Il punto di vista del fornitore del condominio
Non è solo l’amministratore di condominio a trovarsi nella condizione di dover attivare una procedura di recupero crediti condominiale.
Esistono, infatti, molti casi di condominio moroso, che non paga i suoi fornitori. In questo caso, il fornitore titolare di un credito potrà attivare tutte le azioni di soft collection e recupero crediti stragiudiziale nei confronti del condominio, rappresentato dall’amministratore.
Qualora i solleciti bonari e le azioni di soft collection non vadano a buon fine, il fornitore potrà procedere in via giudiziale richiedendo un decreto ingiuntivo e un pignoramento dei beni mobili o immobili nei confronti dei proprietari dei vari appartamenti oppure un pignoramento dei beni in possesso del condominio, come il conto corrente.
Va specificato che in casi come questi il creditore ha il diritto, per legge, di richiedere all’amministratore di condominio la lista dei condomini morosi, cioè di coloro che non sono in regola con il pagamento delle spese condominiali, in modo da agire prima di tutto nei loro confronti.
Solo dopo un primo tentativo di pignoramento nei confronti dei condomini morosi il creditore potrà agire nei confronti degli inquilini virtuosi e in regola con i pagamenti.
L’unica eccezione a questa regola risiede nel pignoramento del conto corrente condominiale, con il quale si va ad agire sulle quote di tutti i condomini in regola.